Francesca Bogoni
Partner Macchi di Cellere Gangemi
Internacional
Un momento storico peculiare, dove si vedono moltiplicarsi gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili in Italia, ma si è anche in un momento di grandi incertezze normative.
Ha da poco preso il via l’undicesima procedura di aste e registri per l’assegnazione degli incentivi agli impianti rinnovabili (prevista dal DM 4 luglio 2019 e dal DL 1999 del 2021). Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici Italiano) mette a bando 2.149 MW complessivi. Il Periodo per le iscrizioni parte dal 31.01.2023 sino al 2 marzo 2023 e la tariffa offerta per impianti eolici e fotovoltaici dovrà essere inferiore ad Euro 65,17. Si tenga presente però che gli impianti che hanno diritto alle tariffe GSE possono “ritardare” sino a 18 mesi dall’entrata in esercizio la convenzione con il GSE e quindi beneficiare per i primi 18 mesi di esercizio dei prezzi mercato che si prevede saranno ben più alti e favorevoli per gli operatori.
Va ricordato che il decimo bando ha evidenziato l’assegnazione di soli 144,7 MW a fronte di un contingente di 2.321 MW, Esito ancor minore dei 520 MW aggiudicati a settembre nella nona asta. Ciò probabilmente a causa delle poche autorizzazioni rilasciate e della concorrenza dei PPA (soprattutto nel fotovoltaico). Pertanto i ribassi dell’11 asta ci si aspetta che siano minimi.
E cosa succederà dopo l’11 asta? Vi sarà un nuova asta per esaurire il contingente o verrà finalmente emesso un nuovo decreto per nuove aste e nuove regole? Quali potrebbero essere queste nuove regole?
In teoria il Ministero dice che “Entro marzo” dovrebbero essere completati i decreti attuativi del DL n. 199/2021 di cui si è ancora in attesa tra cui i principali sono
- le linee guida sulle aree idonee per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili con procedure semplificate,
- il bando per l’agrivoltaico,
- il Decreto Fer 2 che sostituirà il Fer 1 sul nuovo sistema delle aste.
Ma questi termini appaiono poco credibili.
In lavorazione è anche il Decreto Semplificazioni da emettersi in esecuzione del Pnrr (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Dalla bozza di decreto circolata nell’ultima settimana, ma ancora in fase di completamento, si prevede l’applicabilità della procedura abilitativa semplificata per gli impianti FV fino a 50 MW “a condizione che l’energia prodotta dagli impianti medesimi” sia ceduta al GSE almeno per 15 anni (art. 66). Vorrebbe dire una procedura che riduce a 30 giorni l’iter autorizzativo. Nella bozza di decreto anche snellimenti per gli accumuli e per gli impianti agrovoltaici (art. 70); l’accorpamento in un unico procedimento di autorizzazione unica e Via (art. 71); ulteriori semplificazioni per gli impianti Fer offshore (art. 72).
Infine, incertezze anche sul campo dei profitti degli impianti da fonti rinnovabili in esercizio, per cui in base alla legge n. 197/2022 era stato introdotta in Italia una normativa di tassazione “aggravata” (c.d. Decreto Extraprofitti) sui ricavi derivanti dall’”extraprofitto” sull’energia elettrica causati dalla congiuntura economica derivante dall’invasione ucraina. Tale normativa, emessa in esecuzione del Regolamento dall’UE 1854/2022, è stata impugnata da numerosi operatori (ritenendo che la normativa, calcolando il prezzo di riferimento in base alla media aritmetica e non ai picchi di prezzo, fosse discriminatoria e irragionevole oltre che in contrasto con il diritto UE). Il TAR Milano, con provvedimento del 7 dicembre 2022, di cui tuttavia si è ancora in attesa della motivazione, aveva dichiarato l’illegittimità della norma. Sebbene si sia ancora in attesa delle motivazioni della sentenza del TAR Milano, il Consiglio di Stato con provvedimento del gennaio 2023 ne ha già sospeso l’efficacia. Per cui ci si chiede che cosa devono fare ora gli operatori?
In questo contesto si ha in Italia una sempre maggiore diffusione e rilancio dei power purchase agreement (Ppa). Secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto Pexapark di dicembre 2022, gli indici PEXA dei PPA a 10 anni sono scesi in Italia a dicembre a 84 Euro a MW/h rispetto ai 110 Euro a Mw/h di novembre 2022.
Tali incertezze normativa non arrestano gli operatori, e sono sempre maggiori le domande di nuove connessioni e nuove autorizzazioni, solo il MISE nel 2022 ha sbloccato più di 7,1 GW di autorizzazioni.